Il sen fuggito
Monica Mazzitelli
Ma quanto e' stronzo. Prima aveva detto bionda, poi le me'sc, poi rossa,
poi corta, poi lunga, poi a caschetto riccia mossa e liscia. Ma che so',
'na bambola? Non mi ricordo manco piu' come ce li ho davvero i capelli,
ormai sono quindici anni che andiamo appresso alle mode delle vallette
della televisione. Alla fine mi pare che la cosa migliore sia questo biondo
col taglio Simona Ventura, anche se per stare bene ci devo abbinare le
lenti azzurre che, dicesse quello che gli pare, ma di giorno mi fanno
gli occhi un po' fosforescenti che sembro un extraterrestre. E' che io
c'ho cinquantanni, ben portati ma sempre quelli. E 'sta vita da intrattenitrice
che alla fine non mi sento piu' nella parte, il fisicduroll non ce l'ho
piu', anche se lui continua a dire di si', perche' gli fa comodo. Le labbra
vabbe', le ho fatte volentieri perche' in effetti mi hanno tanto ringiovanita,
ma il seno no, non mi andava di rifarmelo cosi' grosso, con la mia terza
piena e il wonderbra ero gia' abbastanza maggiorata, ma no, deve stare
su da solo il seno, capito lo stronzo? Quello che mi da piu' fastidio
e' che dice che lo dovevo fare per il lavoro, per i soldi, che le vacche
iniziano a essere magre, non per lui, dice.
Mi ricordo ancora quando ci siamo conosciuti, sono quasi vent'anni. C'avevo
ancora un culo che parlava, mannaggia a me. Quando mi ha vista che facevo
l'accoglienza ai gruppi a Ciampino e mi ha detto "Signorina lei ha
molta classe, e' sprecata per questo lavoro, col suo portamento potrebbe
fare carriera" e io madonna che polla che gli ho detto che infatti
me la cavavo bene anche con le lingue, soprattutto il francese. Quanto
abbiamo riso con 'sta cosa delle lingue due settimane dopo, dentro al
suo spider rosso. E' stato il Cartier che mi ha dato fiducia. Di un uomo
prima di tutto le mani, poi l'orologio, e il suo non era un patacca, anche
se poi l'ho capito che era rimediato dai suoi giri strani. Mi ha sempre
detto meno ne sai e meglio e', e io mi faccio gli affari miei, quando
il cellulare squilla alle 4 di mattina mi giro dall'altra parte, se prende
e esce, pure. Soldi non ne sono mai girati a palate, ma oggetti si', quanti
ne vuoi. Non ho capito come fa, gli dici mi serve questo e in un paio
di giorni ce l'hai dentro casa. Come essere sposati a Babbo Natale in
servizio tutto l'anno acca ventiquattro.
Beh la classe ce l'ho, grazieaddio, e per me stessa alla fine l'ho usata
anche troppo poco, a parte per questa cosa del fondo di investimento.
Gliel'ho regalata a lui, per i suoi "affari", insieme al cervello,
senno' mica metteva in mano a me i contatti con banche e finanziarie,
che poi e' la stessa gente, stesse facce, voglio dire, stesse voglie,
che quando le conosci un uomo lo tieni per le palle facile facile, basta
fargli pensare che ha fatto una conquista, che lo trovi irresistibile.
Lo devi guardare ogni tanto con fare un po' timido, con la testa un po'
piegata, sottomessa, ma intanto scosci e riaccosci, lenta lenta, facendo
finta che vai lenta perche' sei ipnotizzata dalle belle parole sue, le
labbra un po' aperte, gonfie, e hai voglia a dire che non vanno piu' di
moda. Forse non al cinema, ma in banca si', vanno ancora benissimo
siliconate, senza esagerare. E' stato proprio di Direttore Santoni a dirmi
quella cosa del fondo, dopo che eravamo andati a cena e poi saliti a casa
sua. Forse non sapeva se doveva pagarmi o meno la prestazione, e allora
mi ha fatto questo regalo del fondo segreto a mio nome esclusivo, dove
potevo spostare capitali senza bisogno di due firme, in amicizia, chiudendo
un occhio
un milione qui e uno li', non volevo mica fregarlo mio
marito, era per stare tranquilli tutti e due, farci una pensione. Poi
quelle dritte di borsa, quei leva-metti-sposta prima dei crack, e alla
fine sono diventati 3 milioni, di Euro. Se aspettavo mio marito
per farmi una sicurezza figurati! Lui e' l'ultimo immortale, sembra che
deve stare sempre sulla cresta dell'onda e invece poi lo vedi che inizia
a fare il cretino con le ragazzette del prive', che fanno le simpatiche
solo perche' e' il padrone, e invece lui si crede tanto affascinante,
povero deficiente.
E' stata colpa sua, si'. Questa cosa del seno e' stato troppo. Insomma,
per aiutarlo ho fatto di tutto, anche il fetisc con gente che mamma
mia spero di non vederla mai piu', come il rappresentante di Faenza con
l'alitosi, ma non quella della bocca, quella dell'anima. Marcio dentro.
Ammazza che schifo. Due volte ho detto si', alla terza gli ho dovuto dire
di no a brutto muso, e c'ha avuto pure da ridire. Insomma a un certo punto
o te la senti o non te la senti, e io il seno non avevo voglia di farmelo
ritoccare. Gli ho detto i soldi li rimedi tu per l'operazione, non li
cacciamo dal conto nostro. E lo stronzo mi ha acchiappata per il braccio,
senza dire niente, mi ha solo dato una strizzata, ma io non ho fatto una
piega. Mai abbassare lo sguardo. E infatti e' li' che ha iniziato a far
lavorare il cervello. Lui il suo, io il mio, come quella scena di Mission
Impossibile dove Jon Voight racconta a Tom Cruise un sacco di cazzate
del perche' e' andata fallita l'operazione e mentre parla Cruise finalmente
mette insieme i pezzi e capisce che Voight e' proprio un gran figlio di
puttana che ha mandato tutti al macello, e vorrebbe spaccargli la faccia
ma invece continua a sorridere e far finta di abboccare. L'avro' visto
venti volte questo film ma non mi stanco mai. Intelligenza, classe, bellezza.
Quindi gli viene in mente 'sto bel piano a mio marito, 'sta grande pensata
di fare l'operazione e non pagare, di filarcela tranquilli tranquilli.
No. Questa del seno maggiorato non la potevo proprio mandare giu'. Ho
incassato col sorriso, ho detto ok, ma ho iniziato a pensare. Come Tom.
Con i dottori tutta sorrisi e gentilezze, con la solita tattica di tirare
fuori la carta di credito "gold" a fine visita come per sbaglio,
come se non fosse chiaro che si paga alla segretaria fuori, che questi
gran dottori pare che vedere i soldi gli fa tanto volgare, tanto schifo.
Faccio finta di essermi confusa, chiedo scusa e faccio un risolino imbarazzato.
Abboccano sempre, si rassicurano facile facile quando vedono il colore
dell'oro di plastica. Anche questo un regalino del Direttore Santoni,
un vero Signore, uno che non vuole pagare perche' e' di quelli a cui piace
dire che lui per scopare non ha mai dovuto farlo, ma che trova altri modi
per sdebitarsi, e la carta gold a volte e' meglio del passaporto diplomatico.
Mi dicono che servono quattro giorni di degenza dopo l'intervento, e io
faccio boccuccia e dico "basteranno?" e loro mi rassicurano
che mi tengono finche' non sono completamente ristabilita. Ci credo, a
un milione e passa al giorno mi terrebbero volentieri anche fino a Pasqua.
Bisogna prepararle bene le sceneggiate, calarsi nella parte. Avrei dovuto
fare l'attrice io, col mio portamento e tutto il resto, e invece mi sono
spesa per niente, e ora ho cinquant'anni. Ma finisce qui. Dopo il seno
basta.
Il suo piano e' che due giorni dopo l'intervento, all'alba, mi
aspetta fuori dalla clinica e ce ne andiamo alla villetta di Franco sul
lago della Duchessa, per un paio di settimane, finche' si calmano le acque,
e poi con tranquillita' ce ne torniamo a Roma. Il mio piano un
giorno dopo l'intervento e' un taxi per la stazione Termini prenotato
la sera precedente, il primo Eurostar per Milano, e mia cugina Silvana
che da Novara mi viene a prendere per andarcene tranquille a Ginevra,
nell'appartamentino vista lago di Lemano che mi ha trovato quel contatto
del Direttore Santoni alla banca svizzera, quella dove abbiamo spostato
il fondo. Capito Jon Voight?
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