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ACCATTONE cronache romane - 04/04
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Il palio in palio

Claudio D'Aguanno

"Ladies and gentlemen, dames et messieurs, bravi ragazzi e arispettabile pubblico, buonasera. A voi la finale del girone! Dopo mesi di torneo e duri scontri all'ultimo respiro eccoci dunque al match clou della giornata di sabato 6 marzo. Non e' stato un percorso facile, ladies and gentlemen, non lo e' stato affatto. E' stata dura, amici miei, ma siamo qua. Quando l'8 novembre questo torneo e' iniziato eravamo la bellezza di 376 squadre e circa quattromila atleti di ogni razza e colore, credo calcistico o religioso, chiara fede borgatara e fedina penale incerta, cultura certificata, patente a punti e piu' oltre ancora. Ben 1600 le partite disputate, 94 i quartieri coinvolti, 19 gli impianti municipali frequentati. Queste non sono aride cifre ma numeri caldi. E allora, signore e signori, dopo gol segnati e sciupati, dopo rimpianti e delusioni, aspre contese e ruzzicose ingrugnate, dopo cioccate varie e clamorose sorprese, prepariamoci ad assistere ad una grande serata di sport e ad applaudire in campo le squadre de…. "

Chissa' se il 21 aprile, Natale di Roma e grande festa per via dei duemila e passa calendari aburbeconditi, sara' proprio la voce di Bruno, detto er poeta, a speakerare, piena di catarro e fumo, la finalissima del Palio di Roma edizione 2003-2004? Certo ci saranno svariate migliaia di persone a fare il tifo sulle tribune del Palalottomatica. Ci saranno Walter sindaco Veltroni e Francesco Totti, Roberto Mancini e Gianni golden Rivera, e quanti altri caracollati all'Eur per vedere una buona dozzina di pedatori superstiti battagliare laggiu' sul parquet. Ci saranno tivvu' locali, inviati dei giornali, buone firme della cronaca cittadina e fotografi a tutto flash. Ci saremo noi di Radio Accat One e un sacco di bella gente ma, in campo, qualcuno non ci sara'. Non ci saranno, per esempio, quei secchioni dei Belli Dentro, dieci ragazzi di Magliana tutti laureati e pure qualche master in bacheca, rimandati a studiare tattica calcettara gia' al secondo turno. Faranno sega all'appello dell'arbitro anche i matematici della Logaritmo Due. Ce l'avevano messa tutta, los Logaritmos, per quadrare i conti del campionato ma non c'e' stato niente da fare. Sfangati i primi esami sono state sveglie in serie, da Largo Somalia e Real Coppede', dal Crati e dall'Olimpic Village e pure da quei solitignoti ripescati dell'Okkio Team. A proposito di Soliti Ignoti. Ce n'erano due di squadre con quel nome da nipoti del Dante Cruciani buonanima, una all'Appio Latino e un'altra a Torre Angela, ma non c'e' stata trippa per gatti ne' pasta e fagioli per nessuno. Pazienza. E pazienza, cari radioascoltatori, pure per Davide Mitri, proprio lui, nipote del mitico Tiberio che s'e' dato da fare con la San Callisto, squadra di Bravetta eliminata alle prime battute. Le hanno prese da tutti, i sancallisti, meno che da Zemanlandia. Con loro e' finita 17 a 5. Un disastro. Dal punto di vista di Zemanlandia . Ma anche da quello della San Callisto che vendemmiate del genere avrebbe fatto meglio a spartirsele un po' per volta. E Davide intanto? Un metro e ottanta d'altezza, fisico da mediomassimo e grinta da difensore centrale, le ultime notizie ce lo danno sui campi di seconda categoria in Abruzzo ma qualcuno giura di averlo visto gironzolare dalle parti di piazza Ippolito Nievo, alla Trastevere, nella palestra di Massimone Sisani che quando glielo chiedi ancora te lo racconta quel destro di Tiberio che, al Flaminio un po' meno di sessant'anni fa, sistemo' la pratica a Randy Turpin e all'Inghilterra intera.

"Il quarto rigore no. Lo sapevo che non doveva tirarlo Andj l'albanese. Tutti meno che lui. Piuttosto Peppone er bagnarola che sara' una sega mostruosa, e non se po' vede' per quanto e' largo, ma diosanto c'ha una pezza da paura e come la palla sta li' bella ferma sul dischetto, senza nessuno che gliela sposta, la manda dentro con tutto il portiere. E invece niente. Tiro io. Tiro io. Tirate un pezzo de minchia mannaggia a te. Lo so che fino a quel momento Andj, con l'altri amici sua Shehu e Daniel, t'aveva fatto lo stravede. Ma che vuol dire? In finale.. Niente vuol dire. L'ho visto, ce stavo, quando t'ha messo dentro la prima al volo e poi due minuti dopo t'ha dato la palla del raddoppio a Michelangelo ma che le partite finiscono al 10'? No che non finiscono li'. E neppure al 60'. Ce vogliono i piedi buoni e la mente sveglia. Sempre. Pure quando la partita e' chiusa, pure quando stai in panchina e pure quando devi da tira' i rigori. Qui santiddio, non se puo' star tranquilli nemmanco al sorteggio che, visto l'ambiente, son capaci di farlo con una moneta bella che fallata. Comunque le chiacchiere stanno a zero. Andj non doveva tirarlo quel rigore. Te l'ho detto. C'aveva la stessa faccia di Ciccio Graziani quella volta alla finale contro il Liverpool. Uguale. Teso come un capello d'angelo. Si capiva che l'avrebbe sparato al finestrone del terzo piano. Uguale a Ciccio Graziani che invece di buca' Globbelar ammazzo' un piccione al volo sopra la sud. No, no, la sfiga non c'entra. Era andato tutto bene fino a due minuti dalla fine, stavamo 4 a 3 ma poi c'e' calata la partita e quelli del Supporter by Maccione c'hanno raggiunto. Tutto giusto. Per carita'. Meno quel rigore a banana. Alberto con le sue 58 briscole d'eta' s'era messo tranquillo e t'aveva mollato la porta a Marco. In attacco bene er Barba con l'albanesi. Bene Massimo e bene Lello, er capitano, e pure mister Fabione. Insomma alla grande tutti, anche perche' Bruno, er poeta, col microfono in mano, non la piantava un attimo de facce la cronaca in diretta e di caricarci a palla manco fosse Carlozampa in persona. Qui dal centrale de Bartolo Longo 72, diceva, benvenuti alla finale del girone.. E ora, popolo di casanza, in alto i cuori e fuori la voce: col numero uno, in porta, classe 1946 Alberto er gatto…Ale'.. Col numero tre, centrale di difesa, Daniel il muro.. Ale'… Insomma che ce voleva a capi' che Andj non lo doveva proprio tirare quel rigore la'? E cosi' hanno vinto l'altri, i Supporter di Maccione, e noi, gli Inter Nati, che stamo dentro.. fuori. Nun ce se crede. Assurdo. Ma che te lo dico a fa?"

Ed eccoci, cari radioascoltatori, al riepilogo dei risultati. A Rebibbia, girone disciplina, e' finita 7 a 5 per i Supporter by Maccione sulla locale formazione degli Inter Nati. E' finita ai rigori. Come al XII Municipio dove il Laurentinum del bomber Santafede ha fatto fuori 9 a 8 la Banda di Johan. Dalle parti di Cinecitta', al campo del Bettini, il Quarto Michigan di Tor Bella Monica s'e' preso il titolo del X Municipio a spese del Torre Maura. Sempre al Bettini sfortunata finale di V municipio per il Bar Ciambella. I ragazzi di Pietralata, privi dei fondamentali Lorenzetti e Ciambellari hanno perso infatti 5 a 1 col Mister Sun di Fidene. Bruciante l'avvio e dopo 30 secondi subito in gol Eleuteri che sorprendeva il pur bravo ma disattento Guidotti. "Ah Sciu' che cazzo fai" era il commento a bordo campo che scuoteva l'estremo difensore, autore poi di ottime parate, ma non serviva a riequilibrare l'incontro. A proposito di equilibrio da incorniciare il confronto in XIII tra Natural Travel e Ostia Team, forse il piu' bel match visto finora: 6 a 5 per i lidensi. Senza storia invece gli imbattuti Cariocas del VII Municipio che hanno liquidato, 14 a 3, la pratica NFC. Sul mitico campo del Tanas intanto…

"Cazzo c'ho giocato al Tanas di Primavalle. Quand'esco ci rivado. Mica posso sta' qui a rosica' all'infinito. M'hanno detto che Christian, un amico degli Ultras Romani, domenica t'ha messo allo stadio uno striscione che s'e' visto in mondovisione durante Roma-Inter. C'era 'sta frase: Palio di Roma, per noi comunque vincenti, continuate a stringere i denti, forza Inter Nati. Da brivido. M'ha fatto piacere. Cazzo se m'ha fatto piacere. Ma, il prossimo anno, gliel'ho detto a Christian e pure al Turco gliel'ho detto, ce voglio sta' pure io a gioca' all'Eur. A costo d'evade. Pensa che titoli. Scappato da Rebibbia per la finale di calcetto. Che me ponno da'? Qualche mese, attenuanti prevalenti, condotta bona, finalita' sociali, bim bum bam vari e poi, gia' me la vedo la faccia del maresciallo quando me presento in campo. Ce poi giura'. Manco alle celle me manda…"

 
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