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ACCATTONE cronache romane - 03/04
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Da "Il Messaggero" - GIOVEDI' 5 FEBBRAIO - Rodolfo, manager dello spaccio. A 19 anni
Abiti firmati, ultimo modello di telefonino: era uno dei piu' grossi pusher del quartiere. Come faceva, Rodolfo B., ad appena diciannove anni, ad essere sempre pieno di soldi? Come poteva la sua normalissima famiglia pagargli scarpe, vestiti e telefonini sempre nuovi? Tutta Torre Angela se lo chiedeva da mesi e ora ha trovato una risposta. Rodolfo, nonostante l'eta', la scuola, la faccia da ragazzo pulito, la fedina penale immacolata, era uno dei piu' grossi spacciatori di hashish del quartiere. Un boss in erba.

Date retta alle ragazze

Alessandra Amitrano

Il cellulare vale molto, ha la videocamera incorporata. Manuel ancora non l'ha mai usata ma vuole impararlo soprattutto per una ragione: riprendere di nascosto Arianna, la donna dei suoi sogni.
Brilla il bip di un sms in entrata, la professoressa lo guarda minacciosa e lui pensa che deve assolutamente studiarsi le istruzioni sia per la videocamera che per disattivare la suoneria e lasciare solo quel delizioso luccichio del display. Blu.
"6 stupendo Manu..quando ci vediamo x un caffe' solo io e te?Ti raccomando non kiamare,solo sms.."
Il numero e' sconosciuto ma quel "non chiamare, solo sms" gli fa sospettare qualcosa... il pensiero va immediatamente ad Arianna, ma e' solo una speranza. Impossibile che sia lei, la donna del boss.
Ieri sera ha fatto lo splendido come al solito e ha pagato la pizza a tutti... c'erano alcuni compagni di classe, Vanessa, il suo migliore amico e Chiara, la ragazza. L'sms potrebbe essere di Chiara che non vuole essere richiamata per paura che il ragazzo si insospettisca... l'ha guardato praticamente per tutta la cena, e Manuel lo sa, perche' la guardava anche lui.
Suona la fine della terza ora, la campanella che segnala la ricreazione, quella dove tutti o quasi vanno al bar. Manuel a telefonare, o meglio a richiamare le chiamate rifiutate sempre per colpa di quel maledetto trillo che non sa togliere. Mentre telefona a Salvatore non puo' fare a meno di compiacersi davanti allo specchio del corridoio. E' messo in alto, la parte superiore spiovente dalla parete, quanto basta per specchiarcisi per intero. La camicia bianca sopra ai Calvin Klein un po' sbiaditi ci sta di lusso. La cinta l'ha comprata al mercatino dell'usato, l'ha pagata solo 20 euro ma e' precisa sotto alla camicia messa fuori dai pantaloni e sbottonata alla fine.
Mentre compone il numero si guarda il pollice altrettanto compiaciuto. La fede, naturalmente d'oro, spessa e pesante, l'ha rubata a casa di Arianna. Era del suo ex marito, ex perche' morto ammazzato anni prima a Catania. Salvatore era il suo braccio destro, ora e' l'uomo di Arianna oltre che un mafioso mezzo siciliano e mezzo veneto che vive sul traffico di stupefacenti, grandi e piccoli, ma Manuel pensa che siano solo piccoli.
- Salvatore? Sono Manuel.
- Ue' Manuel, senti ora tengo che fare...
Vanessa gli passa dietro, si ferma e lo guarda nello specchio mentre si ciuccia un chupa chups. Alla fragola naturalmente.
- Con chi stai parlando? - ha le gambe attorcigliate e volteggia sui fianchi. Il pancino scoperto che va a destra a sinistra glielo fa venire duro.
- Ok, chiamami a ora di pranzo. - schiaccia C sul cellulare senza nemmeno guardare la tastiera e si volta.
- Con un amico...
- Che fai oggi? Ci vediamo per studiare?
Come no!
- Ti chiamo verso le quattro... - ma sa perfettamente che non lo fara'... anche se lo vorrebbe, e non poco.
Perche' il pomeriggio in genere ha sempre da fare nella cantina sotto casa sua, ma questo pomeriggio e' diverso e il lavoro lo deve fare fuori.
Ha giusto il tempo per andare a casa a mangiare che deve correre come una trottola in giro per la citta'.
Da Salvatore prima, che l'ha richiamato a ora di pranzo e gli dice che c'ha un carico pronto. Manuel lo porta da un altro pusher, ma non tutto. Una meta' intera a uno e l'altra divisa tra altri due. Poi c'e' la cresta, quella che si tiene per se' e la vende in proprio, un magheggio che gli da' un sacco di soldi in piu'. Non sia mai che Salvatore lo scopre. Ma tanto con Sal se la rischia anche sotto altri aspetti che lo preoccupano di piu'.
Arianna per esempio, non e' poi tanto piu' grande di lui, o meglio si', ma insomma sta ancora in un'eta' assolutamente degna per essere definita una gnocca come poche. E se poi ci metti che e' la proprietaria di una boutique in centro, un negozio che, ci tiene a dirlo, si e' fatta coi suoi soldi (quelli zozzi zozzi che le ha lasciato l'ex)... una boutique di intimo ma non solo, grandi marche, di quei negozi che ci vanno solo le gnoccone a soldi e se non sei velina e vuoi comprare ci diventi. Insomma Arianna rientra nello stile.
Dopo il negozio si e' andata a fare quell'oretta di spinning che le garantisce il salto del pranzo, poco utile ai fini della sua smagliante forma. Poi a casa e doccia. E peeling, creme, massaggi e oli profumati. Insomma Arianna se ti apre la porta in questi momenti lo fa che e' una delizia.
Cosi' capito' a Manuel la prima volta. Tornata da poco dall'ora di spinning, fresca fresca di restyling.
Questa e' la prima volta che Arianna ripropone a Manuel quell'immaginario su cui si e' fatto un mondo di fantasie e anche qualche sega.
- Si', sta riposando, sali - gli ha detto al citofono.
Lo stato di momentanea assenza di Salvatore insieme alla voce di Arianna, il modo in cui ha detto "Sta riposando" diventa la colonna sonora di Manuel in ascensore.
Poi la fata gli apre la porta. Cosi' come e' stato la prima volta. Pelle fresca, fascia che tira indietro i capelli lunghi appena lavati, passati col phon ma ancora un po' bagnati, profumi esalati da pelle coperta solo da una vestaglietta di seta cosi' leggera da sfumare delicatamente dalle tette ai capezzoli, dalla vita ai fianchi, dai fianchi al culo.
Si guardano. Manuel sembra molto piu' grande di lei da come la guarda. Lei teme, il suo uomo e' di la' che dorme, ma lei teme lo stesso. La guarda con un desiderio che lo rende padrone... di un corpo che di li' a poco diventa effettivamente il suo. Nel bagno ancora denso di profumi che stanno andando a farsi fottere nell'odore di un reciproco orgasmo intenso e straveloce.
Poco dopo Salvatore offre a Manuel una tazzina di caffe'. A Manuel il caffe' gli fa veramente schifo ma non sta bene dire di no al capo.
Mezzora dopo parla al cellulare con Raffele Incerti, latitante che potrebbe essere suo padre ma nel regno dello spaccio conta molto meno di lui. Gli deve dare mezzo carico.
Il cellulare squilla di nuovo, e' Vanessa... cazzo, Vanessa... la doveva chiamare... e ora che fa? Non gli regge di dirle che non puo' vederla, quindi lascia squillare finche' non smette... in realta' Vanessa gli piace parecchio e non gli va di raccontarle stronzate. Due minuti dopo un sms, sempre di Vanessa: "6 1 stronzo,lo so ke sentivi..cmq ti devo parlare..e' importante..x te!"
Manuel non sa bene perche' ma si gratta i coglioni, cancella il messaggio e si precipita all'appuntamento con Raffele.
Il posto dove si incontrano e' un baretto frequentato piu' da video-poker dipendenti che degustatori di caffe', al massimo qualche amaro e svariate canadesi.
Manuel si gratta ancora e si sente che qualcosa sta per girargli storto. Un altro sms, ancora di Vanessa: "Allora?Quando mi rikiami?Guarda ke io te l'ho detto che e' importante,6 1 cojone".
E cosi' si sente, un vero coglione, perche' ormai ce l'ha di fronte, una mini-squadra al completo. Il capo, un commissario in borghese, ha una faccia conosciuta, molto conosciuta. Fa giusto a tempo a ricordarsene che lo ammanettano. L'ha visto a casa di Vanessa.

 
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